[È notte e allora confesso, ché le cose se le dici di giorno diventano vere, ché le cose se le dici di giorno diventano oggetti, e gli oggetti prendono un posto, e gli oggetti tolgono un posto, e tu di spazio ne hai preso abbastanza, e tu di spazio ne hai tolto abbastanza].
Lettere minuscole di Ilaria Grando è un romanzo che si distingue per la sua intensità emotiva e per la capacità dell’autrice di esplorare le profondità dell’animo umano attraverso una scrittura cruda e poetica che subito ci conduce in un viaggio interiore alla scoperta di una giovane donna tormentata, fragile, in lotta con i propri demoni che sono anche un po’ i nostri demoni (la lettura mi ha presa parecchio, Giovanni, l’editore, lo sapeva perfettamente. Ma a pag. 59 sono davvero crollata).
La narrazione procede per frammenti, anche visivi (che bella idea!) e sembra di vedere piccole schegge di vita che si incastrano fino a formare un grande mosaico.
In tutto il racconto è palpabile un senso di disorientamento e di precarietà, di incertezza in grado di riflettere perfettamente lo stato d’animo della protagonista che in più occasioni avrei voluto avere al mio fianco per abbracciare, delicatamente.
TerraRossa Edizioni grazie per questa lettura che m’ha scombussolata un bel po’. E Ilaria, grazie per aver dato voce a un disagio esistenziale profondo con una sincerità e semplicità disarmante 

[In un libro una volta ho letto che lasciamo impronte di luce nei luoghi che attraversiamo. Fantasmi vivi di gente morta, ci passiamo sopra indifferenti].