[Il Moro, quando ci troviamo in situazioni particolari, nelle quali non ci sentiamo a nostro agio o che facciamo fatica a capire, dice di attizzare i sensi e provare a pensare in quale film abbiamo visto quella stessa situazione e ricordarci come hanno reagito i personaggi, cosa prevedeva la drammaturgia. In parole povere suggerisce di sfruttare la nostra conoscenza cinematografica per pararci il culo in caso di necessità].
GAP Grottesco Adolescenziale Periferico è un romanzo di formazione non convenzionale: non c’è morale da impartire, né un arco narrativo pulito da seguire. Qui la crescita è un processo storto, disturbato, febbrile.
Placido Di Stefano, classificatosi terzo al Premio Nazionale di Narrativa indetto dalla casa editrice Neo Edizioni, racconta l’adolescenza come un tempo in cui l’urgenza di esistere brucia tutto il resto. E lo fa con uno stile crudo, essenziale, che non concede abbellimenti.
Fedor, protagonista spigoloso e ipersensibile, insieme al suo gruppo composto da Leo e il Moro, cerca una via d’uscita da una periferia che schiaccia e confonde. Quella via è il cinema, settima arte che per loro è rifugio, ossessione e mappa per orientarsi nel caos. Non un semplice passatempo ma un codice per leggere la realtà e resisterle.
Potrebbe sembrare immediato il riferimento al grande romanzo di Irving Welsh, Trainspotting: vite al margine, linguaggi che si sporcano di strada, corpi che urlano il bisogno di senso. Ma attenzione: GAP ha un’identità tutta sua ben radicata nella periferia milanese resa con una forza visiva che la trasforma in un personaggio vivo, palpitante.
La lingua è asciutta e tagliente, mai decorativa. Il ritmo, incalzante, accompagna il lettore in una corsa dove tutto è movimento, tensione, desiderio. I dialoghi sono uno dei punti di forza del romanzo: credibili, brutali, pieni di quel non detto che solo chi ha visto davvero certe dinamiche è in grado di restituire.
Gap Grottesco Adolescenziale Periferico è una storia forte, sincera, che non fa sconti. Un libro viscerale che parla di ragazzi senza protezioni in bilico, tra autodistruzione e bellezza e sempre alla ricerca di un’inquadratura giusta per raccontarsi.
Un libro che pulsa di verità, magari quelle che non ti aspetti.



